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Fontanarosa, una strada Ciampi. Roberti: "I grandi non muoiono mai"

Autorità, familiari, amici, studenti hanno ricordato il giudice di Fontanarosa Fernando Ciampi nell'aula consiliare di Piazza Cristo Re. Il magistrato rigoroso e determinato, servitore dello stato e vittima di una inspiegabile follia omicida da oggi ha nel comune irpino una strada che porta il suo nome. Quella dove ha vissuto da giovane. La centralissima Via Principe di Piemonte diventa quindi Via Fernando Ciampi. A un anno dalla tragica scomparsa, l'ammistrazione guidata da Flavio Petroccione con una revisione della toponomastica, è riuscita ad intitolare la strada al proprio concittadino. Presenti alla cerimonia i figli e la moglie del giudice, il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il sindaco di Fontanarosa Flavio Petroccione, l'amico di infanzia di Ciampi e ex dirigente d'azienda Beniamino Furcolo, il Presidente del Consiglio regionale Rosetta D'Amelio, il Presidente della Provincia Domenico Gambacorta, il Giudice per le indagini preliminari Agostino Pasquariello, il Componenete del consiglio superiore della Magistratura Aldo Morgigni. Per la realizzazione dell'iniziativa, fondamentale è stato il contributo delle associazioni di Fontanarosa e dell'Istituto Luigi Di Prisco. Gli alunni hanno svolto durante l'anno scolastico diverse attività per conoscere e omaggiare la figura del professionista. "Giudice rigoroso, diretto nei modi, aspro con i furbi, abituato a superare le difficoltà della vita, pronto al dialogo e all'ascolto - questo il ricordo del sindaco Petroccione - Fernando andava dritto alla soluzione. Intitolargli una strada è stato un dovere morale. Ciampi deve essere un esempio soprattutto per i giovani". "I grandi non muiono mai del tutto" ha detto Franco Roberti anche lui irpino. Il procuratore antimafia dopo che è stata scoperta la targa ha risposto alle domande dei cronisti anche su questioni come l'immigrazione, la criminalità organizzata e la sicurezza nei Tribunali. A Fontanarosa è arrivata anche la stampa nazionale per ricordare la figura del giudice ucciso il 9 aprile di un anno fa mentre era a lavoro nella sua stanza del Tribunale di Milano. Con il suo corpo fece da scudo ad un'impiegata del Palazzo di Giustizia.

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