Tante speranze e voglia di far ripartire una struttura che per anni è stata nelle mani della camorra, ma per il maglificio di Quindici, start up partita da poco, arrivano le prime difficoltà e si teme una chiusura prematura. Sei operai infatti lamentano di non ricevere lo stipendio da alcuni mesi. Due di loro si sarebbero già licenziati. Non arrivano le commesse, soprattutto quelle statali che avrebbero dovuto far partire la piccola impresa di Quindici dove per ora si producono maglioni per le forze dell’ordine. Senza ordinazioni, tutto il sistema è entrato quindi in difficoltà e gli stipendi da qualche mese non vengono corrisposti. Gli operai della cooperativa che gestisce il Maglificio Cento quindici passi chiedono però che il progetto non venga abbandonato ma sostenuto dalle istituzioni. Al prefetto, l'invito a consegnare la struttura nella mani di un altro gestore. Intanto il sindaco di Quindici Eduardo Rubinacci ha dato subito il suo appoggio ai lavoratori. L’amministrazione si dice vicina ai dipendenti della fabbrica nata per essere simbolo di legalità e di rinascita del territorio. La villa bunker del clan Graziano non c’è più da ottobre dello scorso anno quando è stata inaugurata la villa CentoQuindi passi intitolata a Nunziante Scibelli, prima vittima della faida tra i clan cava e Graziano.
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